Far baracca. Far baldoria, far chiasso, far baccano |
Far bottega di qualcosa. Farne traffico illecito. |
Far buona cera. Accogliere qualcuno con benevolenza. |
Far capolino. Cominciare a manifestarsi. Affacciarsi o mostrarsi appena; spuntare. presto la verità farà capolino. |
Far fagotto. Andarsene rapidamente da un luogo; ritirarsi, sloggiare. Andarsene per evitare il peggio. |
Far faville. Riscuotere un successo eccezionale e inatteso. |
Far forca. Marinare la scuola. Fare sega. |
Far forno. Rappresentare a teatro semivuoto. Per estensione, l'espressione si applica a concerti, conferenze e riunioni di poco successo. |
Far fuoco e fiamme. Strepitare; fare tutto il possibile. Agire con accanimento. |
Far girare i coglioni. Disturbare pesantemente, infastidire, far arrabbiare, tormentare. Rompere i coglioni. Mi stai rompendo i coglioni ed io devo lavorare. Via! |
Far la parte del leone. Prendersi la parte migliore a danno di altri. |
Far la pentola a due manici. Mettere le mani sui fianchi in atteggiamento di rimprovero o di minaccia. |
Far la pioggia e il bel tempo. Esercitare un'influenza determinante su chi comanda o decide. |
Far la visita delle sette chiese. Girare da un luogo ad un altro senza risultato. |
Far lavorare le meningi. Pensare intensamente. |
Far le cose alla carlona. Far le cose alla buona, senza cura, abborracciando, così come vengono. |
Far leva su una cosa. Agire su un determinato elemento, punto e simile per ottenere ciò che si desidera. Far leva sui sentimenti di qualcuno. |
Far man bassa di qualcosa. Prenderne il più possibile. Rubare tutto ciò che è a portata di mano. |
Far mare e monti. Fare tutto il possibile. Far fuoco e fiamme. |
Far moneta falsa per qualcuno. Fare di tutto per... |
Far polpette di qualcuno. Massacrarlo di botte, conciarlo per le feste. Ridicolizzarlo, ridurlo all'impotenza o al silenzio. |
Far qualcosa con la testa nel sacco. Agire con sventatezza, alla cieca, senza cognizione di causa. |
Far ridere i polli. Essere ridicolo, dire delle grosse sciocchezze. |
Far secco. Uccidere qualcuno. Fare la pelle. |
Far vedere bianco per nero. Far credere una cosa invece di un'altra. |
Far vedere i sorci verdi. Sbalordire; mettere in gravi difficoltà; spaventare, oppure creare una serie di difficoltà, tanto inaspettate quanto fuori del comune. |
Far vedere la luna nel pozzo. Voler far credere l'inverossimile, illudere, ingannare. |
Far venire il latte alle ginocchia. Essere terribilmente noioso, insopportabile. Si dice di cosa o persona che annoia e infastidisce per la sua eccessiva stupidità o smanceria. |
Far venire la barba. Annoiare qualcuno, seccarlo oltre misura, spesso mettendo a dura prova la sua pazienza. Essere una barba. |
Farcela. Riuscire. |
Farci la birra. Non sapere cosa fare di qualcosa. |
Farci una croce sopra. Considerare conclusa una questione, scontata una perdita, condonata un'offesa, con l'intenzione di non pensarci più. |
Fare "semel in anno". Fare una cosa raramente. |
Fare a botte. Picchiarsi. |
Fare a gara. Impegnarsi molto. Mettercela tutta. |
Fare a scaricabarili. Cercare di addossarsi l'un l'altro responsabilità, colpe, fatiche. |
Fare acqua da tutte le parti. Versare in cattive condizioni: (detto di ragionamento, argomentazione, progetto e simili), essere pieno di lacune e punti deboli. |
Fare ad occhio e croce. Agire senza giusta e precisa valutazione, valutare una cosa grossolanamente. |
Fare bancarotta. Avere una cattiva riuscita, fallire (detto di progetti, imprese e simili). |
Fare bottega di tutto. Trattare anche sentimenti e valori morali come beni commerciali. |
Fare capolino. Sporgere appena il capo oltre un riparo per vedere senza essere visti. |
Fare cappotto. Battere l'avversario senza dargli nessuna possibilità. Dare la birra a qualcuno. |
Fare cilecca. Mancare nello scopo e nell'effetto. Venire a meno, fallire, non riuscire, incepparsi. Ha tentato, ma purtroppo ha fatto cilecca. Nell'ultimo salto ha fatto cilecca. |
Fare come i capponi di Renzo. Litigare inutilmente. |
Fare come i gamberi. Non fare progressi. |
Fare come il delfino, che mette i tonni nella rete e poi scappa. Mettere gli altri nei guai e poi sottrarsi alle proprie responsabilità. |
Fare come la gatta di Masino. Fingere di non vedere. |
Fare come la montagna che partorì il topo. Fare grandi progetti, promesse da cui escono piccole cose. |
Fare come la volpe con l'uva. Manifestare disprezzo per quello che non si riesce ad ottenere. Fingere di non interessarsi a qualcosa intensamente desiderato. |
Fare come l'asino di Buridano. Essere incerti fino a morire. |
Fare conto di/che. Immaginare, fare finta. Fai conto di non avermi visto. |
Fare da balia. Stare accanto in modo iperprotettivo (a una persona). |
Fare da Marta e da Maddalena. Fare cose contrastanti tra loro. |
Fare da palo. Essere complice. |
Fare di ogni erba un fascio. Non saper distinguere tra cose totalmente diverse. Considerare sbrigativamente cose diverse come se fossero uguali. Mettere insieme cose diverse. Mescolare senza criterio cose diverse. |
Fare gli occhiacci a qualcuno. Mettere a tacere qualcuno. Stavo parlando della gita fatta insieme quando Gianni mi ha fatto gli occhiacci. Allora ho smesso di parlare. |
Fare i conti senza l'oste. Prendre una decisione senza tener conto dei fattori necessari. |
Fare il bambino. Comportarsi in modo immaturo, infantile. |
Fare il bamboccio. Comportarsi in modo ingenuo, impacciato, puerile. |
Fare il bastian contrario. Andare controcorrente. Contraddire per il gusto di contraddire. |
Fare il baule. Andarsene via. |
Fare il becco all'oca [e le corna al potestà]. Terminare un lavoro con soddisfazione. Ecco fatto il becco all'oca, si dice quando si è terminato un lavoro. |
Fare il bello e il cattivo tempo. Avere potere su un gruppo. |
Fare il brighella. Fare il buffone spensieratamente. |
Fare il callo. Assuefarsi a qualcosa di spiacevole. Ho fatto il callo alle sue scenate di gelosia. |
Fare il cascamorto. Essere un corteggiatore languido e svenevole. Recitare insistentemente la parte dell'innamorato. |
Fare il casto Giuseppe. Comportarsi da uomo virtuoso. |
Fare il chilo. Riposarsi dopo pranzo. Starsene a riposo dopo il pasto per facilitare la digestione. |
Fare il cicisbeo. Essere un corteggiatore assiduo e frivolo. |
Fare il cireneo. Addossarsi fatiche che spettano ad altri. |
Fare il crumiro. Andare a lavorare nonostante lo sciopero proclamato dai compagni di lavoro. |
Fare il culo a qualcuno. Recargli danno o rimproverarlo aspramente. |
Fare il diavolo a quattro. Fare strepito, gran fracasso o confusione. Strepitare per far valere le proprie ragioni. |
Fare il filo. Corteggiare. Fare la corte a qualcuno. |
Fare il galletto. Essere impertinente; darsi arie di gran seduttore. |
Fare il gatto e la volpe. Spalleggiarsi a vicenda. |
Fare il gioco. Agevolare qualcuno volontariamente o meno nel raggiungimento dei suoi obiettivi. Se non denunci il furto fai il gioco dei ladri. |
Fare il grillo parlante. Presumere di poter intervenire, in modo saccente, su ogni argomento. |
Fare il lavoro di Sisife. Fare un lavoro inutile. Fare la zuppa nel paniere. Andare a scopare il mare. |
Fare il lupo pecoraio. Fingersi ciò che non si è per averne dei vantaggi. |
Fare il michelaccio. Fare la vita di michelaccio. Starsene tutto il tempo senza fare niente. |
Fare il miracolo di Maometto. Andare a trovare qualcuno che è lontano o non si fa mai vedere. |
Fare il nesci. Fingere di ignorare, di non capire, di non sapere. |
Fare il paio. Assomigliare, coportarsi nello stesso modo; sommarsi. |
Fare il palo. Stare di guardia. |
Fare il pappagallo. Molestare le donne per strada. |
Fare il pesce in barile. Mostrare indifferenza. Fregarsene |
Fare il verso a qualcuno. Imitarlo. |
Fare il volo del calabrone. Fare una brutta fine. |
Fare la pacchia. Godersi la vita, vivere senza pensieri. Essere una vera pacchia. |
Fare la barba all'asino. Fare una cosa insensata e inutile. Pestare l'acqua nel mortaio. Fare la zuppa nel paniere. Fare il lavoro di Sisife. Lisciare la coda al diavolo |
Fare la barba e il contropelo a qualcuno. Muovergli una critica puntigliosa e spesso feroce. |
Fare la bocca a qualcosa. Abituarsi a qualcosa. |
Fare la calza. Dedicarsi esclusivamente ai lavori domestici. |
Fare la carità pelosa. Essere caritatevoli per uno scopo, un interesse. Aiuto che si dà in vista soltanto di un proprio utile futuro. |
Fare la cena del galletto. Andare a letto senza cenare. |
Fare la civetta. Indurre, provocare al corteggiamento. Mi fa rabbia Piero che fa la civetta con tutti le donne. |
Fare la cresta su qualcosa. Maggiorare il prezzo di qualcosa per ricavare un vantaggio. |
Fare la faccia lunga. Assumere un'espressione addolorata, offesa. |
Fare la figura del baccalà. Fare la figura da scemo. |
Fare la figura del coglione. Essere stupido, incapace. |
Fare la fine del topo. Rimanere intrappolato in un luogo senza vie d'uscita o in una situazione senza scampo. |
Fare la forca a qualcuno. Danneggiarlo soffiandogli un affare o abusando della sua fiducia. |
Fare la gattamorta. Nascondere il proprio vero carattere. |
Fare la lucciola. Prostituirsi. Battere il marciapiede. |
Fare la maddalena pentita. Mostrarsi umile e pentita. |
Fare la manfrina. Insistere in maniera noiosa per ottenere qualcosa. Mandare per le lunghe. |
Fare la muffa. Ammuffire, intristire; rimanere inattivo in una situazione di abbandono. Restare in ozio, nell'inerzia. |
Fare la nanna. Dormire. |
Fare la pelle. Uccidere, ammazzare. Hanno fatto la pelle a un testimone. Far secco. |
Fare la primadonna. Comportarsi in modo da attirare sempre l'attenzione su di sé, talora anche con bizze e pretese assurde. |
Fare la puttana. Usare modi ruffianeschi, comportarsi da ruffiano. |
Fare la ronda. Girare intorno a una persona, per controllarla o corteggiarla. |
Fare la ruota. Pavoneggiarsi. |
Fare la spola. Andare avanti e indietro continuamente da un luogo a un altro. È tutto il giorno che faccio la s. da un ufficio all'altro. |
Fare la zuppa nel paniere. Far cosa inutile, non concludere un bel niente. Chi vuol far l'altrui mestiere fa la zuppa nel paniere. |
Fare l'asino di casa. Sobbarcarsi il lavoro proprio e l'altrui. |
Fare l'asino. Fare il cascamorto. |
Fare le bizze. Funzionare in modo intermitente (detto di apparecchiature); fare i capricci (detto specialmente di bambini). |
Fare le nozze coi fichi secchi. Voler fare grandi cose — come si converrebbe a un avvenimento importante quale una festa nuziale — con mezzi inadeguati. Pretendere di fare qualcosa di grandioso spendendo il meno possibile. |
Fare le pulci a qualcuno. Mettere in rilievo anche i minimi errori verificabili nell'operato di una persona. |
Fare le scarpe a qualcuno. Fare del male fingendosi amico. Mostrarsi amico a qualcuno e poi danneggiarlo senza che egli se ne avveda per tempo. |
Fare l'indiano. Fingere di non capire, di non interessarsi a qualcosa, evidentemente perché la finzione torna comoda. Chiudersi in un atteggiamento falsamente assorto o distratto. Fare lo gnorri. |
Fare lo gnorri. Fingere furbesca indifferenza o ignoranza. Fare l'indiano. |
Fare l'occhietto. Ammiccare. Fare l'occhiolino. |
Fare l'occhio a pesce morto. Guardare languidamente qualcuno. |
Fare manfrine. Fare salamelecchi, smancerie, cerimonie. |
Fare marchette. Esercitare la prostituzione. Fare la lucciola. |
Fare mercato di qualcosa. Dare valore venale a bene de chi per sé non l'hanno. |
Fare mercato di sé. Prostituirsi. Battere il marciapiede. |
Fare orecchi da mercante. Non prestare attenzione, fingere di non sentire ciò che torna comodo. Questa forma di interessata, falsa sordità era generalmente attribuita ai mercanti, nelle affollate e rumorose fiere paesane di un tempo. |
Fare padella. Sbagliare il bersaglio. |
Fare pari e patta. Pareggiare. |
Fare piazza pulita. Sgomberare tutto, spazzare via tutto. Fare tabula rasa. |
Fare più miglia di un lupo a digiuno. Spostatsi in continuazione da una località a un'altra. Compiere viaggi lunghi e faticosi. |
Fare più strada di un lupo a digiuno. Viaggiare molto; faticare o lavorare moltissimo. |
Fare qualcosa con la testa nel sacco. Farla senza attenzione, alla cieca. |
Fare qualcosa contro stomaco. Malvolentieri. A bocca stretta. |
Fare qualcosa ogni morte di papa. Fare una cosa raramente, in casi eccezionali. Gianni pulisce i vetri ogni morte di papa e perciò sono sempre sporchi... |
Fare qualcosa sottobanco. Di nascosto, in barba alla legge o al regolamento. |
Fare quaresima. Vivere nelle privazioni. |
Fare razza. Riprodursi. |
Fare salciccia di qualcuno. Picchiarlo in malo modo, farlo a pezzetti. |
Fare sega. Marinare la scuola. Far forca, bigiare. |
Fare tabula rasa. Consumare tutto, far piazza pulita, eliminare tutto. |
Fare tredici. Avere un grosso colpo di fortuna. |
Fare un buco nell'acqua. Fare un tentativo inutile. Pestare l'acqua nel mortaio. Fare la zuppa nel paniere. Fare il lavoro di Sisife. Lisciare la coda al diavolo |
Fare un contraltare. Fare concorrenza a qualcuno. |
Fare un macello. Creare molto disordine o confusione. |
Fare un mercato. Scatenare una gran confusione accompagnata da forte strepito. Far confusione. |
Fare un nodo al fazzoletto. Escogitare un sistema per ricordarsi qualcosa; sforzarsi di fissare qualcosa nella memoria. |
Fare un pensierino su qualcosa. Desiderare una cosa. |
Fare una cosa a pezzi e bocconi. A più riprese e irregolarmente. |
Fare una filippica. Fare un discorso violento, scagliarsi in un'inventiva contro qualcuno. |
Fare una frittata. Causare un guaio. |
Fare una vita da sardanapalo. Vivere nel lusso più sfrenato. Condrurre una vita fastosa e viziosa. |
Fare uno scherzo da prete. Fare uno scherzo che non si accetta volentieri, piuttosto pesante. |
Fare venire la pelle di cappone. Fare accapponare la pelle, cioè fare rabbrividire per paura, spavento e sim. |
Fare, dare lo sgambetto. Soppiantare qualcuno slealmente. Prendere il posto di qualcuno con mezzi sleali e disonesti. |
Fare, dare un bidone. Imbrogliare; anche, mancare a un appuntamento, venir meno a un impegno. Tirare il bidone. |
Fare, prendere armi e bagagli. Raccogliere tutte le proprie cose e andarsene. |
Farla a qualcuno. Ingannarlo, sorprenderlo. |
Farla finita. Mettere un termine. Smetterla. Fatela finita con questo chiasso! |
Farla franca. Riuscire a cavarsela impunemente. Compiere un'azione illecita e riprovevole senza essere sorpresi. |
Farla in barba. Fare, ottenere, carpire qualcosa a dispetto di qualcuno, quasi sotto i suoi occhi, davanti alla sua, ovviamente metaforica, barba. |
Farla lunga. Continuare a lungo una lamentela, una protesta. Prolungare inutilmente una discussione, lamentarsi ripetutamente per cose passate e sim. |
Farne de tutti i colori. Combinarne d'ogni genere, fuorché di quelle buone. |
Farne più che Bertoldo. Combinare molti guai. Farne più di Carlo in Francia. |
Farne più di Carlo in Francia. Fare svariate esperienze, combinare guai. Farne più che Bertoldo. |
Farsene un baffo. Non curarsi di qualcuno o qualcosa, non averne considerazione né timore. Infischiarsene, non dare alcuna importanza a quello che gli altri dicono, fanno, pensano. Di lui e delle sue minacce, me ne faccio un baffo. |
Farsi bello con le penne del pavone. Attribuirsi meriti non propri. |
Farsi come un peperone. Arrossire. |
Farsi i cazzi propri. Fare i fatti propri. Coltivare il proprio orto. |
Farsi in quattro. Adoperarsi in ogni modo per rendersi utile, darsi da fare. Si è fatto in quattro per il suo negozio. |
Farsi largo. Aprirsi un varco. Farsi largo tra la folla. Conquistarsi una posizione superando ostacoli e difficoltà. |
Farsi le ossa. Farsi esperienza. Da giovane si è fatto le ossa come manovale; ora è un muratore abile e richiesto. |
Farsi strada. Detto di persona, riuscire ad affermarsi grazie al proprio talento; detto di cosa, fenomeno, idea ecc., emergere, mostrarsi apertamente. |
Farsi una canna. Fumare droga o uno spinello. |
Farsi una pera. Nel linguaggio dei drogati, iniezione di droga. |
Farsi una ragione. Rassegnarsi. È difficile farsi una ragione del suo comportamento. |
Farsi una sega. Masturbarsi. Nel linguaggio colloquiale, comunque, il termine masturbarsi è spesso sostituito da espressioni volgari, spesso figurative ed immaginifiche. Al maschile, la più comune è farsi una sega che estende per l'appunto il movimento del braccio quando adopera la sega a quello che produce durante l'atto di autoerotismo. Altri termini sono pugnetta (che il dizionario Zingarelli accosta all'equivalente spagnolo puñeta, e nella sua radice verbale ha quindi implicito il riferimento al pugno usato per compiere l'atto) pipa o regionalmente pippa (la cui parola in alcuni dialetti indica anche il membro virile). Al femminile si usa la parola ditalino (o ditale) con riferimento al dito impiegato dalle donne nella masturbazione. Wikipedia |
Farsi un'alzataccia. Alzarsi molto presto, dopo aver dormito poche ore. |
Fatto coi piedi. Fatto malissimo. |
Ferrare le oche. Fare una cosa impossibile Cercare di raddrizzare le gambe ai cani. |
Ficcare il naso. Intromettersi. Mettere il becco |
Filare, andare liscio come l'olio. Prosseguire bene, essere in uno stato tranquillo. |
Filarsela all'inglese. Svignarsela, abbandonare una riunione senza salutare nessuno, talvolta per sottrarsi a una situazione imbarazzante. Allontanarsi da un luogo alla chetichella, senza salutare. |
Filarsela. Andare via precipitosamente. |
Fregarsene. Mostrare una beffarda indifferenza. Fare il pesce in barille. |
Frigger con l'acqua. Lesinare. |
Friggere. Rodersi, fremere, struggersi. Non rispose alla provocazione, ma dentro di sé friggeva; friggeva di rabbia, dall'impazienza, per l'invidia. |
الثلاثاء، 29 سبتمبر 2009
Modi di dire -F
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